BIOGRAFIA
Sono nato in un giorno di maggio del 1994, a Ugento (LE), il paese d’origine dei miei genitori, anche se la loro vita quotidiana era a Catania, dove mio padre prestava servizio militare. Ci tenevano a farmi nascere lì, tra le strade e i profumi della loro infanzia, prima di tornare alla routine siciliana che li ospitava ogni giorno. Un arrivo un po' spostato, come se fin dall’inizio il destino volesse farmi sapere che non sempre si nasce dove si appartiene, e non sempre si appartiene dove si nasce.
Io, mia madre e mia sorella eravamo lì con lui, a tessere i fili della nostra storia.
Ho trascorso i miei primi anni di vita in quella terra calda e testarda, finché non abbiamo fatto rotta verso Ascoli Piceno. Lì ho vissuto altri sette anni di infanzia, sette stagioni intere in cui ho imparato che la vita può cambiare scenario senza avvisarti, e che tu devi solo adattarti, crescere, respirare un’aria che non conosci e farla tua.
Durante tutti gli anni lontani, ogni festività diventava la scusa perfetta per tornare in Salento.
Natale, Pasqua, le vacanze estive… bastava poco per rimettere in moto la macchina e lasciarsi tirare verso il Sud. C’erano i nonni, gli zii, i tantissimi cugini che trasformavano ogni ritorno in un abbraccio collettivo. Poi, finalmente, è arrivato il rientro definitivo nella terra natia.
Si torna a casa, dicevano.
Ma quando ti sposti spesso, quando la tua stanza cambia pareti e l’orizzonte cambia colore, succede un paradosso: inizi a non riconoscere casa in nessun luogo.
Capisci che il mondo è un insieme di passaggi, e che non puoi afferrarti a niente che non sia davvero tuo. Per questo, da sempre, la mia casa ha un nome solo, famiglia.
Sono cresciuto con una madre casalinga, che mi ha insegnato la dolcezza. Da lei ho imparato tutto ciò che so sull’amore: la cura, la presenza, il modo in cui si rimane anche quando tutto sembra chiederti di andare. Lei è stata il mio punto fermo, la mia certezza quando il resto del mondo cambiava pelle.
Mio padre, invece, mi ha insegnato a essere forte. A stare in piedi, anche quando tremi dentro. A capire che essere uomo non significa non sentire, ma avere il coraggio di affrontare ciò che senti.
Il mio lato più sognante si è spesso scontrato con il suo più concreto, ancorato alla terra come una radice profonda. Io vivevo con la testa tra le nuvole, lui con lo sguardo dritto verso ciò che andava fatto. Due poli opposti che, in fondo, mi hanno dato equilibrio. Da una parte il cielo, dall’altra il terreno sotto i piedi. Forse è per questo che ho sempre vissuto più dentro di me che fuori.
Quando ti muovi tanto, quando le amicizie diventano temporanee e i luoghi solo stazioni, inizi a rifugiarti nei tuoi pensieri. Io l’ho fatto senza accorgermene. Ho imparato a starmene nel mio, a parlare poco e sentire molto. E in quella solitudine buona, che non ti fa mancare gli altri ma ti porta a cercare te stesso, ho iniziato a scrivere. Quella sorta di "malinconia" - che non pesa ma accompagna - è diventata il carburante di ogni parola, la lente attraverso cui guardavo il mondo mentre continuavo a inseguire quella forma d’amore che sembrava sempre un passo più in là .
Finchè alla fine, quel tanto ambito amore, è arrivato.
Ha illuminato gli angoli più nascosti della mia vita, dando un senso di compiutezza a ogni giorno. Con lui è arrivata anche la prima casa a Rimini, il luogo che ormai è diventato il centro dei miei giorni, il punto fermo intorno a cui ruota tutto ciò che amo.
Scrivo per questo: perché ogni radice incerta ha bisogno di trasformarsi in qualcosa che resta.
E ogni volta che qualcuno mi racconta di essersi ritrovato tra quelle pagine, di aver visto un pezzo di sé riflesso nelle mie parole, capisco che la mia casa è là dove le emozioni si incontrano e si accendono, e che, forse, è proprio questo il senso di tutto ciò che scrivo. Perché ogni viaggio, prima o poi, desidera un approdo. Scrivo per costruire un posto dove ognuno può tornare, ancora e ancora.
E forse, pagina dopo pagina, sto ancora cercando quel posto che non si sposta.
Quello che potrò chiamare finalmente casa.